Il Nipote

Il Nipote
Il suo Barsport

venerdì 7 dicembre 2012

Fuori nevica.

A casa, malato.
Nulla di grave chiaro, uno di quei malanni di stagione, che però ti obbliga a stare in casa.

Ovvio che dopo qualche giorno di soloriposo inizi a guardarti attorno
A cercare cosa fare per passare la lunga giornata che solitamente passi al lavoro.
Capita allora che ne approfitti per fare quelle cose lì che altrimenti rimandi sempre.
Vai a fare ordine.
Un ordine però particolare.
Vai a ficcare il naso li, nei ricordi.
Quelli che ormai chissàdovesono.

E invece, a furia di ravanare, metter sottosopra, eccoli li.

Alcuni tornano da dove sono venuti.
Restano e resteranno li, in quel cassetto.
Perché è giusto così.

Il passato ha fatto il suo tempo.

Altri invece meritano una spolverata,
Un colpo di spugna.
Perché ti fanno sorridere.
Ti scaldano dentro.

E intanto....fuori nevica.


La 996 di Davide a cui dedico questo post

Il Nipote

domenica 11 novembre 2012

Voglio darlo io.

Non ricordo l'età.
Ero piccolo, questo si, ma l'età precisa non la ricordo.
Guardando l'anno in cui fu' scritta potrei, forse, risalirci.
Ma non è questo il fuoco della discussione.
Ricordo però di averla sentita.
E di essermene innamorato.

Subito.

Bocca di Rosa di Fabrizio de Andrè (Bocca di Rosa).
Un capolavoro della musica italiana, della poesia Italiana.

Imparata a memoria qualche anno più tardi.

Ma questo che c'entra?
Beh perché così è stato con lei.
Qui ricordo sia l'anno, ero il lontano 2006, sia la mia età (che a voi non frega).

La vidi, giusto in questo periodo. 
Novembre, al salone.
La presentarono così, inaspettata, 
Lei era anticonvenzionale, per il loro stile.

Incazzata.

O come direbbero i miei nuovi amici, con quel suo stile prép.
L'accento è obbligato essendo il diminutivo di prepotente.

Insomma, la vidi, ferma sulla sua pedana.
Nel suo colore, di serie.
Così ovvio, 
Così scontato
Perfetto.
Rosso.
Rossa.
La volevo.

Ma no, non potevo.

C'era lei, a quel tempo, Glicerina.
L'amore, nero, nera.
Ignoranza pura, svergognata, quasi volgare.
Era amore il nostro, passionale e dannato.

Quanto amore e quanto dolore.
Eccessivi, sia l'uno che l'altro.
E poi, io volevo.

Volevo anche lei.

Sono passati anni da quel giorno.
Torni così, in quei posti che porterai sempre con te, nel cuore.
Ti fermi ed entri.
Passi a salutare insomma.
E come con una cara amica, la rivedi.
Uno sguardo basta.
L'occhiata più che furtiva.
Glicerina aveva preso ormai una strada diversa, ora c'era Arianna.
Un nuovo amore.
Amore però non così passionale.
Lei, Arianna, arrivati a questo punto, avrebbe capito.
Doveva capire.
Perché oggi, quest'anno, questa volta, non mi sarei tirato indietro.

Io che dispenso consigli.
Io che invito alla prudenza e alla sobrietà.
Io che cerco di mantenere il controllo.
Sempre.
Io, che invito quasi al non vivere, la volevo.

E allora ecco che tornano alla mente le parole di quella canzone, sentita a chissà quale età.

Si sà che la gente dà buoni consigli sentendosi come Gesù nel tempio.
Si sà che la gente dà buoni consigli se non può più dare il cattivo esempio.

E quest'anno il cattivo esempio....voglio darlo io.


Il Nipote


sabato 1 settembre 2012

Adoro la pioggia.

Inizia settembre.
Ed inizia con la pioggia.

Ottimo.

In strada già le sento, le persone che avevano caldo, lamentarsi della pioggia.
State tranquille, dico loro, prima o poi infatti, come accade per tutto, finirà.

E' solo questione di tempo.

Però mi chiedo se, anche io come quelle persone, non faccia sempre più fatica ad apprezzare quel che è il momento.

Sapersi gustare il sole con la stessa gioia con cui amo la pioggia.
Mi risulta sempre più difficile.

Me ne accorgo.
Me ne rendo conto.

E non so' che fare.

Mi manca il sole.
Dentro.

Ma credo che sia normale.
In fondo io........adoro la pioggia.


Il Nipote

domenica 12 agosto 2012

Quando torni...

Da novembre il Barsport è chiuso.
La polvere sul bancone si è accumulata per mesi.
Il motivo è ovvio e sotto gli occhi di tutti.
Non ho più avuto voglia di venir qui a parlarne.

M'era passata, così come credo sia passata a tutti quelli che amano questo mondo.
Ad alimentare poi questa situazione ci si è messo tutto (l'ovvio) contorno mediatico - socio - economico tipico di questi eventi straordinari.

Ma ora, oggi, credo sia giusto tornare.
Perché la fiamma vera non si è mai spenta, perché la passione, quella genuina, non è mai stata messa in discussione.

Perché è quando la festa finisce,quando la musica smette di suonare, quando tutti vanno via, è solo allora che capisci quali sono gli amici veri.

Sono quelli che restano.

Sempre pronti ad aiutarti.
Quando sei solo.

Il Nipote.



Alcuni di questi amici ti invitano in maniera più esplicita di altri........